C’era una volta è una tipica espressione utilizzata come introduzione in numerose fiabe. Formule simili risalgono quasi all’origine della scrittura, essendo già utilizzate quattromila anni fa nei racconti babilonesi[1], e si ritrovano in tutte le lingue del mondo[2]. Nella letterature europee, è attestata da Apuleio, che apre la favola di Amore e Psiche nelle Metamorfosi con “Erant in quadam civitate rex et regina…”
Salviamo Elisa
Giusto un anno fa’…Un ringraziamento doveroso a queste 6 splendide ragazze che si sono prodigate in tutto questo tempo a tenere viva la pagina Facebook SALVIAMO ELISA e a rispondere e a dare informazioni utilissime per quanto riguarda la donazione del midollo osseo soprattutto all’inizio di questa drammatica vicenda solo ed unicamente a scopo benefico…In primis Giovanna Mazzara(che l’ha creata),Marina Furlanetto,Alessandra Schievenin,Marta Restuccia,Valentina Milesi,Paola.
Il Pan dei Morti
Il pan dei morti è un dolce tradizionale, che si prepara in occasione della Festa dei morti, quando si ritiene che le anime dei defunti si ripresentino nelle proprie case; per dare loro il benvenuto è tradizione preparare questi dolci, assieme ad un secchio d’acqua, per farli riposare.
Il pan dei morti è un’antica ricetta legata alla ricorrenza dei defunti, originaria del milanese e diffusa in varie zone dell’Italia del Nord. Il pan dei morti, infatti, veniva preparato e mangiato per rendere omaggio alle persone care scomparse.
La Casa di Gould
Il lupo Nobu
Ubi tu Gaius, ibi ego Gaia
Ubi tu Gaius, ibi ego Gaia è una formula matrimoniale latina, pronunciata dalla sposa allo sposo e significa “Dove tu, oh Gaio sei, lì io, Gaia, sarò”; in italiano si può rendere meglio con “Dovunque tu sia, io sarò”.
Una seconda interpretazione potrebbe essere: Dovunque tu sarai felice (gaio, inteso come aggettivo), lì io sarò felice. Ovvero: Le cose che ti rendono felice, rendono felice anche me.
Ti racconto una Fiaba
La lupa Sofia
Salviamo Elisa
DonareAmore …
In tantissimi hanno risposto all’appello dei genitori di Alessandro Maria, il bambino affetto da una malattia genetica rarissima che a un anno e mezzo ha fatto commuovere il web e smuovere le coscienze. Con un post su Facebook la mamma e il papà del piccolo hanno rivolto un appello al mondo per trovare un donatore che potrebbe avere il midollo compatibile con quello del figlio, che rischia la vita. La gara di solidarietà è scattata in tutta Italia e a Milano i gazebo organizzati dall’associazione Admo in piazza Sraffa sono stati presi d’assalto con lunghe code. In fila soprattutto studenti, ma anche lavoratori che per la causa hanno chiesto un giorno di permesso.
La lupa Leyla
C’era una volta, una bellissima lupa dagli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Leyla.
Dal carattere nobile ed altruista, grande sognatrice, adorava lei dipingere il mondo attorno con la sua poesia, amante del respiro lieve delle fronde sui rami, dello splendore delle nuvole all’aria aperta, del brillio della luna, perennemente col muso rivolto verso l’alto, persa nei suoi pensieri.
Acquazzone/fra foglie di brina/ la primavera ricamava nel suo cuore i propri haiku, animo sublime, ritenuta proprio per questo suo modo di fare, una tipa allorché stravagante, dagli altri del branco, che non vedevano di buon occhio questo suo poetare, apprezzando ben altre virtù in una lupa della sua età, adatti alla continuazione della specie, ed il proliferare del gruppo, quali l’adoperarsi per trovare un buon compagno e allevare insieme dei bei cuccioli sani, lasciandola per questo motivo spesso sola ed in disparte.
Ma docile e mite, lei sorrideva alle loro parole, senza remore.
I dolci di Ognissanti
Durante il Medioevo, una pratica popolare per Ognissanti era la preparazione della “soul cake” (torta dell’anima): si trattava di un semplice dolce fatto di pane con una decorazione di uva sultanina o ribes.
Nella tradizione chiamata “souling”, i bamibini andavano di porta in porta chiedendo un pezzo di torta, proprio come nel trick-or-treat moderno. Per ogni fetta di torta ottenuta, ciascun bambino doveva dire una preghiera per l’anima di un parente defunto, o per un parente di chi aveva dato loro la torta in questione.
Ognissanti
L’antropologo James Frazer, osservando che, prima di diventare festa di precetto, la festa di Tutti i Santi veniva già festeggiata in Inghilterra (paese un tempo abitato dai Celti) il 1º novembre, ipotizzò che tale data fosse stata scelta dalla Chiesa per creare una continuità cristiana con Samhain, l’antica festa celtica del nuovo anno (secondo le teorie dello storico Rhŷs), a seguito di richieste in tal senso provenienti dal mondo monastico irlandese[senza fonte]. Questo studioso, insieme con altri, sostenne che, secondo le credenze celtiche, durante la festa del Samhain i morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e che quel giorno celebrazioni gioiose venissero tenute in loro onore. Da questo punto di vista le antiche tribù celtiche erano un tutt’uno col loro passato ed il loro futuro. Questo aspetto della festa non sarebbe mai stato eliminato pienamente, nemmeno con l’avvento del cristianesimo che infatti il 2 novembre celebra i defunti.
La lupa Lena
C’era una volta, una bellissima lupa dagli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Lena.
Dal carattere nobile ed altruista, grande sognatrice adorava lei dipingere il mondo attorno con la sua poesia, amante del festoso scrosciare dei fiumi, della danza variopinta dei fiori nei campi, del brillio della luna in cielo, perennemente col muso rivolto vero l’alto, persa nei suoi pensieri.
Acquazzone/fra petali di ciliegio/la primavera ricamava nel suo cuore i propri haiku, animo sublime, ritenuta proprio per questo suo modo di fare, una tipa allorché stravagante, dagli altri componenti del branco, che non vedevano di buon occhio questo suo poetare, apprezzando ben altre virtù in una lupa della sua età, adatte alla continuazione della specie, ed il proliferare del gruppo, quali l’adoperarsi per trovare un buon compagno e crescere insieme dei bei cuccioli sani, lasciandola per questo motivo spesso sola, ed in disparte.
Fabula
Per favola si intende un genere letterario caratterizzato da brevi composizioni, in prosa o in versi, che hanno per protagonisti di solito animali – più raramente piante o oggetti inanimati – e che sono fornite di una “morale”.
Il termine italiano «favola» deriva dal termine latino “fabula“, derivante a sua volta dal verbo “for, faris, fatus sum, fari” = dire, raccontare. Il termine latino «fabula» indicava in origine una narrazione di fatti inventati, spesso di natura leggendaria e/o mitica. Va infatti specificato che con il termine favola, dai primi secoli d.C. fino alla fine del XVIII secolo, si qualificarono anche imiti. Ad esempio nel Saggio sulle favole e sulla loro storia dell’astronomo francese Jean Sylvain Bailly, si faceva riferimento come fables (ovvero “favole”) alle antiche leggende mitiche, soprattutto d’origine greca e romana. Fu solo nel XVIII secoloche il termine incominciò ad avere il significato che oggi gli viene attribuito.
24/10/2009 – 24/10/2018
AuGuRi !!!!
Gaspare il lupo – Fiabastrocca di Halloween
Fiabastrocca del lupo Gaspare
Ecco, ecco è già Gran Festa
ci si prepara in tutta fretta
il 31 ottobre è arrivato!