C’era una Volta …

Arrivò giovanissimo in Salento come classico talento scovato in Sud America, mai avrebbe pensato di lasciarci il cuore.
49 gol in tre anni, ben 19 nel 2003/04, l’unico capace di segnarne così tanti con il Lecce in una singola stagione di serie A (record poi eguagliato da Vucinic).

E poi quel contratto firmato col sangue…

Da quelle parti non dimenticano di quando accettò uno stipendio di 900 euro al mese pur di giocare per quella maglia. Perché a lui ciò che più importava era tornare a “casa”.
La sua casa adottiva, Lecce.
“Il mio vero stipendio è l’affetto della gente e non il denaro. Per me il loro amore nei miei confronti è la cosa più importante. Amo la Curva Nord: e so quanto loro mi vogliono bene. E ciò mi basta per essere felice…”
Un amore viscerale tra lui e il giallorosso. Un sanguigno, un guerriero, un vero combattente, che volle giocare a tutti i costi quella ormai famosa finale play off di Lega Pro con una spalla lussata, per cercare di dare il suo contributo.
“Mister mi faccia entrare!”
“Ma dove vai con quella spalla…”
“Mister ti prego… Devo entrare!”
Non poteva restare fuori in quel momento. Voleva provarle tutte.
Quella volta finì male, ma il suo gesto, il suo amore, il suo attaccamento alla maglia, Lecce e i leccesi non lo dimenticano ancora. Non possono dimenticarlo.
Mai.

“Ho portato le maglie di Monaco, Siviglia, Atalanta e Colon, ma non ho mai tolto la maglia del Lecce, quella è la mia pelle…”

Ernesto Chevanton, uruguayo di sangue, salentino nel cuore.

Published in: on agosto 12, 2020 at 8:11 am  Lascia un commento  

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